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Febbraio 21, 2019
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Febbraio 22, 2019Oggi, racconterò un altro episodio, che non so se ricorderete.
Allora, il cambio dell’ora tra una materia e l’altra, era sempre stato contraddistinto da due fatti inequivocabili:
- la porta della classe rimaneva aperta
- un vociare non troppo discreto, ma neppure molesto, proveniva dall’interno della classe, un chiacchericcio allegro e disinvolto che marcava il passaggio da un professore all’altro
Bene, si dà il caso che un certo giorno, tra il cambio dell’ora del Professore di Lettere, vero leader carismatico di tutto il Collegio di Classe, e l’ora del più sfigato (perdonatemi il termine, ma era proprio così ed è inutile fare gli ipocriti) Professore, già altrove citato, di Anglo-Barese.
Quel giorno, una mente arguta e diabolica non meglio identificata, partorì un piano immediatamente condiviso all’unanimità dalla intera classe.
Uscito il Professore di Lettere dalla classe, ci si accordò per la realizzazione di due fatti, che vennero immediatamente applicati con un rigore assolutamente maniacale:
- la porta dell’aula venne silenziosamente chiusa
- ognuno si sedette ordinatamente al suo posto osservando un rigoroso silenzio
Per ben una ventina di minuti, non accadde nulla….un profondo, religioso silenzio avvolgeva l’aula e il corridoio….
Il nostro esimio Professore di Anglo-Barese, di fronte a questa situazione a dir poco anomala, riverente e sottomesso alla autorità indiscussa del Professore dell’ora precedente, pensò che questi, dall’alto della sua autorevolezza avesse deciso di prolungare la sua lezione (di importanza vitale) a scapito di quella dell’ora seguente (della quale, gli allievi avrebbero potuto fare decisamente a meno).
Il poveretto se ne stette in corridoio, buono buono, magari un po’ frustrato, ma forse anche un po’ soddisfatto della generosità dimostrata al collega, cedendo minuti preziosi di lezione al collega più rilevante.
Passeggia e ripasseggia, la questione, però, iniziò a diventare spinosa, per cui, divenne opportuno fare una qualche mossa.
A questo punto, all’interno dell’aula, si vide aprirsi uno spiraglio nel vano della porta ed apparve un volto timoroso, modesto che, una volta rivolto lo sguardo spaesato verso la cattedra drammaticamente vuota, cambiò immediatamente colore…ed espressione.
Si scatenò l’inferno. Assistemmo ad una delle crisi isteriche tra le più memorabili dell’intero iter scolastico.
Noi, inverosimilmente cinici, non perdemmo il nostro aplomb e, avemmo il coraggio di sostenere che non capivamo il motivo di tante scene: in fondo, non avevamo fatto altro, che starcene seduti in silenzio, ognuno al proprio banco…
Veri mostri!