
"C’era una volta un prof di ginnastica che si era inventato un regolamento allucinante, il cui unico scopo era quello di premiare i più prestanti nella pallavolo e penalizzare tutti gli altri tramite il voto in pagella."
Curiosamente, nell’ultima giornata di ogni trimestre, i più bravi diventavano i più scarsi e i più scarsi dei fenomeni; in questo modo, il bonus che avrebbe avuto effetto sul voto in ginnastica diventava uguale per tutti.
Niente male!

"C’era una volta una prof di lettere che ci dava dei temi chiedendoci di “commentare enucleandone significato e valore” delle massime di Leonardo da Vinci."
Aforismi quasi banali, del tipo: “No si volge chi a stelle è fiso”, “L’acqua che tocchi de’ fiumi è l’ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente”, “La nebbia addolcisce i contorni”, “Io non mi appartengo”.
Ma perchè!

"C’era una volta un prof di inglese, ma di origini pugliesi, che ci somministrava dei pipponi sulle tante somiglianze fra la lingua di William Shakespeare e il dialetto di Lino Banfi."
Risultato: ancora oggi, a distanza di tanti anni, facciamo una fatica tremenda a conversare con degli stranieri essendo stati abituati a pensare una frase in italiano per poi tradurla in barese e finalmente in inglese.
That's crazy!

"C’era una volta una prof di scienze che pretendeva che sapessimo tutto sui protozoi e che ci appassionassimo nello studio di strane creature quali il “tripanosoma gambiense” e la “noctiluca miliaris”.
Risultato: ancora oggi ci domandiamo quale grave peccato avessimo commesso per meritarci tutto ciò, ma soprattutto ci chiediamo il perché del disagio che proviamo di fronte ai documentari sulla vita animale e vegetale.
Vade retro, ameba!

"C’era una volta una prof di ginnastica che, dopo la gita scolastica a Perugia, redasse un rapporto in cui sosteneva che erano successe cose turpi e che lei aveva strappato le ragazze dai letti dei maschi completamente ubriachi.”.
Per effetto di questo rapporto fummo esclusi della gita dell’anno dopo, ma la cosa più triste che ci rode ancora oggi è che l’unica vittima del proprio stato di ubriachezza era la prof stessa che si era inventata tutto.
Magari fosse stato vero!

"C’era una volta una prof di storia e filosofia che non aveva una grande capacità di catturare la nostra attenzione, al punto che facevamo una gran fatica a capire se durante la lezione lei stesse parlando dell’una o dell’altra materia.”.
Quello che ricordiamo è che, in occasione del 1° aprile, qualcuno ebbe l’ardire di appenderle alle spalle un biglietto con la seguente riflessione: “Principio fondamentale della realtà è l’Essere inteso come pesce: un pesce senza “spinoze”.
Forse siamo stati un po’ bruschi!